Scende il numero totale degli affamati nel mondo secondo l’Onu

Secondo recenti rapporti dell’Onu, il numero totale degli affamati nel mondo è sceso per la prima volta in 15 anni. Purtroppo quasi un miliardo di persone continua a soffrire la fame e non ha accesso a risorse alimentari adeguate. Inoltre oltre 2 miliardi di persone sul pianeta soffrono della cosiddetta “fame nascosta”, o carenza di micronutrienti – evidente nei bambini che non raggiungono uno sviluppo normale.

Il mancato accesso alle risorse idriche, il crescente impatto dei cambiamenti climatici, la crisi dei mercati locali e nazionali, le infrastrutture inadeguate, le politiche nazionali fragili, unitamente alla mancanza di responsabilità politica e di interventi da parte della comunità internazionale, acuiscono la crisi alimentare.

Oxfam in un rapporto pubblicato in occasione del vertice di New York sugli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, sottolinea come di vitale importanza siano le politiche e i programmi che aumentano gli investimenti dei paesi poveri in settori chiave come l’agricoltura. Importante è l’impegno da parte dei paesi ricchi che di quelli poveri, per aumentare di 75 miliardi di dollari l’anno gli investimenti da destinare allo sviluppo rurale, alla sicurezza alimentare, alla protezione sociale, all’assistenza alimentare e ai programmi di nutrizione.

Nell’Africa subsahariana e in altre regioni, le principali responsabili della produzione del cibo e dell’approvvigionamento dell’acqua e del combustibile per cucinare sono le donne, ma anche i soggetti più deboli.

L’Italia ha un ruolo fondamentale nella riduzione dell’insicurezza alimentare, in qualità di paese membro del G8 e del G20 e dei suoi forti legami con i paesi del Sud del mondo. Eppure manca ancora una risposta coerente e coordinata a livello globale.

Alcuni paesi hanno raggiunto risultati significativi nella riduzione della fame combinando politiche efficaci e investimenti e i paesi poveri devono adottare politiche e programmi che facciano aumentare i loro investimenti pubblici in settori chiave, inclusa l’agricoltura.

I donatori da parte loro devono farsi avanti per fornire un sostegno ai paesi poveri, che permetta il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio entro il 2015.