Uno scarso livello di istruzione e una mancanza di accesso ai servizi sanitari in molte aree rurali della Somalia, paese dilaniato dalla guerra hanno aumentato il rischio rispetto alla nascita e alla maternità.
Il parto a casa e quelle in ospedale comporta un’enorme diffrenza per le salute delle donne in Somalia: spesso le levatrici tradizionali utilizzano coltelli sporchi e così il rischio di infezioni e morte aumenta, nonostante le nascite siano comunque un successo, constata Habiba Isack Adan Hurmo, dottore in Galkayo, Mudug Region nella Somalia centrale.
Secondo l’UNICEF, 1.000 sono le donne che muoiono su 100.000 che danno alla luce un bimbo in Somalia, e il rischio di morire di parto è di una donna su 12.
Sempre secondo la testimonianza di Hurmo, sono le più giovani che rischiano, proprio per la mancanza di consapevolezza sulle possibilità di effettuare il parto in ospedale.
Hurmo aggiunge di avere esperienza di molte donne provenienti dalle aree rurali che dichiarano di aver avuto più di 8 parti in casa, in cui il proprio bambino è deceduto. I centri di maternità sono distanti e quindi la soluzione più alla portata di mano è appunto il parto effettuato in casa.
I rischi sono alti: possibilità di dissanguarsi e di emorragie, caduta della placenta, infezioni e malattie trasmesse a causa di sangue contaminato.
Sempre secondo il dottor Hurmo, è proprio l’analfabetismo che aumenta il rischio di morte per le madri di 15 anni, specie se vivono con mariti non istruiti.
Secondo l’aggiornamento del rapporto di settembre sulla salute del WHO, il problema più grave nel centro-sud della Somalia è la sospensione e il ritiro delle operazioni delle NGOs e delle più importanti associazioni umanitarie, a causa dell’impossibilità effettiva di accedere a molte aree, purtroppo altamente rischiose e insicure.
Mohamed Hussein Eid, Ministro di Salute responsabile dell’area del Galmudug, ha dichiarato che il Ministero recentemente ha creato 7 nuovi centri di maternità nelle aree di Hobyo, Elgual e Bandiradley per migliorare i servizi sanitari e arginare le zone con il più alto tasso di mortalità legata al parto.