Petali di rosa contro le mutilazioni genitali femminili

Il 25 novembre ricorre la Giornata di sensibilizzazione sulla violenza di genere indetta dalle Nazioni Unite: essa apre i “16 giorni di mobilitazione sulla violenza contro le donne”fino al 10 dicembre, cioè la Giornata internazionale sui diritti umani.

Quest’anno, la END FGM promuove una campagna di raccolta firme per a un appello rivolto alle istituzioni europee: chiedere un più deciso impegno per la prevenzione delle famigerate MGF (Mutilazioni dei genitali femminili). Il tutto da effettuarsi con interventi coerenti e coordinati nel territorio dell’Unione Europea e in Africa. In Italia la campagna è condotta dall’AIDOS (Associazione italiana donne per lo sviluppo), in collaborazione con Amnesty International, sezione italiana e ad essa aderiscono: UDI – Unione Donne in Italia e AIDOS Sardegna.

Il petalo di rosa, metafora della clitoride mutilata, diventa il simbolo della speranza per un futuro per tutte le bambine, ragazze o donne che invece subiscono queste mutilazioni.

I petali di rosa firmati e le firme raccolte verranno poi consegnati ufficialmente ai rappresentanti delle istituzioni europee nel corso di un evento organizzato da END FGM presso il Parlamento europeo. La campagna verrà lanciata a livello internazionale durante la “Conferenza sulla violenza di genere” organizzata dalla Commissione Europea a Bruxelles (25 e 26 novembre 2010).

Per saperne di più consultate il sito: www.endfgm.eu

Le Marche contro la violenza sulle donne: lo spot

E’ stata presentata ad Ancona il 3 luglio 2010 la campagna di sensibilizzazione lanciata dalla Regione Marche contro la violenza sulle donne. Sarà possibile vedere in televisione lo spot che lancia un messaggio molto diretto ma anche controverso: “La violenza ti rende invisibile. Donna, apri gli occhi” e si conclude con l’invito a rivolgersi ai Centri antiviolenza, appena rifinanziati dalla Regione con la legge 32/08.

La regione Marche sicuramente vuole comunicare che il silenzio è concausa della violenza contro le donne che rende appunto invisibili e invita le stesse ad rivolgersi ai Centri appositi, invitandole a non subire la invisibilità e ad aprire i propri occhi.

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Leggendo l’intervista sul resto del Carlino, si nota come l’assessore alle Pari opportunità Serenella Moroder ribadisca il concetto espresso nello spot e lo leghi alla precedente iniziativa regionale: “Anzitutto, continuando l’impegno informativo della prima parte della campagna, vogliamo dire con questa nuova immagine che la violenza di genere va combattuta rafforzando l’altro precedente messaggio: ‘Chi umilia una donna non è un uomo’”.

Spiega ancora l’assessore che la donna “non deve piangersi addosso ma deve reagire e, su questo, i dati forniti dall’Istat sono confortanti per le nostre Marche.“

Il messaggio pubblicitario del secondo spot prova a rendere la complessità dietro una violenza, fisica e/o psichica, subita da una donna. Essa spesso implica anche la costruzione di un muro tra se stesse e la società attorno, co-responsabile dell’invisibilità della violenza. Anche la società dovrebbe „aprire gli occhi“ e il cuore a quanto succede alle donne ed interrogarsi quanto le proprie strutture facilitino o meno sia la violenza prima, sia il rinchiudersi dentro un muro di silenzio dopo.

Secondo la Moroder, lo spot è molto incisivo. Un aiuto alle donne deve venire dunque anche dalle altre donne che possono segnalare, nell’emergenza, fatti, eventi e denunciare i responsabili.

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